Come è fatto un impianto dentale ?

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Un impianto dentale è una vite in titanio che viene inserita all’interno dell’osso per sostituire la radice di un dente mancante.

Se ben progettato e realizzato, è quasi impossibile distinguere un dente naturale da un dente su impianto endosseo.

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Gli impianti dentali sono in titanio puro, ovvero un materiale altamente biocompatibile attorno al quale l’osso è in grado di ricrescere dopo l’intervento di chirurgia implantare.

Dalla capacità di rigenerazione dell’osso e la biocompatibilità dell’impianto nasce una perfetta osteointegrazione della vite implantare all’interno delle ossa dei mascellari.

Grazie all’osteointegrazione, impianto dentale ed osso alveolare diventano un corpo unico, un anchilosi ad alta resistenza, per supportare importanti carichi masticatori senza problemi.


Caratteristiche di un Impianto dentale

La superficie implantare

Ogni impianto, eccetto gli ultimi arrivati in zirconio, nasce per fresaggio da una barra in titanio puro. Il titanio puro viene differenziato in diversi gradi dalle caratteristiche simili.

La superficie esterna degli impianti dentali viene sottoposta a diversi trattamenti chimici e fisici.

Sarebbe impossibile caratterizzare perfettamente in un articolo tutte le superfici implantari esistenti.

Basti sapere che ogni casa produttrice esalta le proprietà dei suoi impianti facendo leva su una migliore biocompatibilità ed un osteointegrazione più veloce e duratura nel tempo.

Nel nostro Studio, a Velletri, utilizziamo impianti dentali AON Implants, una casa produttrice italiana che commercializza prodotti di altissima qualità, progettati e sviluppati per i professionisti del settore odontoiatrico..

La forma dell’impianto

Nel tempo gli impianti dentali hanno assunto ogni forma anatomica, dai cilindri senza spire, agli impianti molto aggressivi con spire pronunciate e taglienti per raggiungere un elevata stabilità primaria all’inserimento.

NON ESISTE UNA FORMA IDEALE

Ogni singolo caso, prevede un impianto dalla forma più indicata, anche se molto poi dipende dall’esperienza del chirurgo implantologo.

In un osso più morbido (vicino ad un D4) come nel mascellare superiore preferiremo un impianto più aggressivo, dalla forma conica, che raggiunga subito un ottima stabilità primaria.

Nell’osso più duro (vicino ad un D1) come nella mandibola, preferiremo un impianto cilindrico, con spire meno pronunciate, che non eserciti troppa forza sulle pareti del foro e non traumatizzi l’osso, ottenendo comunque un ottima stabilità iniziale.

Il raggiungimento di una stabilità primaria elevata è l’obiettivo finale di ogni forma implantare in funzione della qualità e quantità di osso incontrate. Per questo ogni casa produttrice propone diverse forme dello stesso impianto.

La connessione protesica

Esistono centinaia di tipi di connessioni implantari, ognuna con caratteristiche eccezionali, ma nessuna di perfezione assoluta.

In generale, possiamo distinguere due grandi famiglie, ovvero connessioni ad esagono esterno e connessioni ad esagono interno.

Nell’ambito delle connessioni ad esagono interno si distingue un accoppiamento cilindrico da un accoppiamento conico.

Ogni tipo di connessione ha un indicazione di eccellenza ma rappresenta sempre una soluzione valida, l’importante è rispettare le indicazione della casa produttrice ed utilizzare impianti di qualità elevata.

Dott. Agostino Ammendolia


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